Capitolo 58

– Scusi?
– Sì?
– Questi da dove vengono?
– Queste sono prime stampe della Germania Ovest. David Bowie. Depeche Mode. Chl…Hlo…
– Lloyd Cole?
– Esatto.
– Appunto. Siamo in un museo della Germania Est. Cosa ci fanno qui?
– Sono a loro modo un pezzo della nostra storia. Erano usati come sorgente per i bootleg che circolavano, tra cui alcuni sono qui sotto.
Come speravo. Come credevo.
– E si sa come sono arrivate qui?
– Quante domande…ma è un poliziotto?
– No, no si figuri.
– Comunque, c’era un gruppo di agenti deviati della STASI, che prendevano i vinili da dei contrabbandieri chiamati Black Vinyl.
– E si sa chi fossero questi agenti?
– Ufficialmente no.
– E ufficiosamente?
– Ufficiosamente ho solo questa foto. I nomi non li conosco.
Oh dio. Franz-Paul Östertag. Johnny Smuzdzak. Franz Stein. Un altro tizio che non riconosco.
Allora mi ha raccontato stronzate. Bene.
Alla fine è stato molto utile venire qui. Ora però chiamo Paul e lo metto con le spalle al muro.
– Nessuno ha detto niente riguardo questa foto?
– Cosa dovrebbero dire, scusa?
– Niente, ma tenere una foto con dei contrabbandieri così, in bella mostra.
– Fin quando nessuno si lamenta rimane lì. È un pezzo di storia.
– Ma come l’ha avuta?
– Me l’ha data il terzo. L’ha lasciata qui dicendomi tutta la storia. Mi ha detto di chiamarsi Frank. Poverino, è morto poco dopo.
Sicuro. Piuttosto, ora so che faccia ha Klaus Dabringer, e non mi sembra sia una di quelle nell’elenco dei scomparsi da Eisenhüttenstadt.
Ora sì che devo tornare a Norimberga. Maledette scartoffie da riempire per avere un solo dato. O meglio, due.
Prima però, devo fare una cosa.
Prendo il diario che ho in tasca, e ne tiro fuori una foto. La foto. La nostra foto. Scattata al Rockmusik. Merita di essere qui non meno di quest’altra. Spero solo che non la tolga subito.
Ci aggiungo una nota.
“Eravamo noi i contrabbandieri.” Firmato Black Vinyl.
Mentre lo scrivo mi scende una lacrima. Dopotutto ho realizzato quello che pensavo.
Sono diventato davvero un pezzo da museo.
Meglio andare.
Uscire un po’ all’aria aperta, rinfrescarmi le idee in vista della partenza. Prima, ovviamente devo chiamare il commissario, poi andare alla stazione.
Prima però, voglio infilarmi le cuffie nel parco. Un bel parco, domina tutta la città.
Lloyd Cole, cazzo di ignorante. Ho combattuto tanto per esportarlo, dato che gli altri non volevano.
Chiamalo col suo nome.
Inserisco la cassetta nel mio walkman. Play.

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