Sono tornato da un giorno, e non sono più abituato al mio letto.
Vorrei un libro.
Le chiazze dei vinili mancanti si fanno presenti, pesanti.
Come se mi avessero rubato dei vinili.
In realtà no, è il tempo che se li è portati via. Scusa del cazzo. Li ho venduti per tirare avanti.
Chiamai il commissario.
– Che cazzo fai? Sono le quattro! – esordì il commissario.
– Già. Non riesco a dormire.
– Io sì. Cosa c’è?
– Non so cosa fare della mia vita.
– Che novità.
– Davvero. Florian mi ha offerto un lavoro.
– Quindi?
– Non so se accettare.
– Cosa dovresti fare? Portare vinili da un alto all’altro di Cipro?
– No. Libri.
– A Cipro?
– Ma che cazzo c’entra Cipro? Dovrei essere un semplice commesso.
– Capito. Fai come vuoi. Di solito le minestre riscaldate fanno schifo.
– Ma non sarebbe una minestra riscaldata. Solo, farei un pranzo con gli stessi ingredienti.
– Complimenti per la metafora.
– Grazie. Ma quindi, cosa mi consigli?
– Ti consiglio di vederti intorno.
– Ok.
– Ciao.
– Notte.
Lo prendo alla lettera.
I muri sono gli stessi, pieni di vinili, libri e palle di vetro con neve.
Ricordi. Sono stato fermo venticinque anni a vedere questi ricordi, a vivere di questi ricordi, a sfruttarli.
Penso a quanto mi disse Florian.
“Ricordati la promessa”.
Rimettendo i diari a posto, insieme alle musicassette, continuo a pensarci.
Sarei dovuto andare avanti.
Vedo fuori dalla finestra. La scuola è chiusa per neve.
Il manto di neve mi ricorda Hof.
Ma vorrei cavalcare questa nuova scossa che mi ha dato questa esperienza.
Vorrei andare avanti.
Mi sembra quasi che i vinili mi osservino.
Ma non capisco cosa vogliano dirmi.
Prendo un libro.
Finalmente. L.A. Confidential. Un classico.
Ma lo ripongo subito.
Torno a letto.
Avrei bisogno di una sigaretta. Ma ho smesso.
Preparo un caffè. Ormai è tempo quasi di svegliarsi.
Continuo a vedere fuori dalla finestra. Comincia a nevicare.
Invece dei bimbi vedo un paio di ubriachi che pisciano sulla neve. Penso provino a scrivere il proprio nome.
Uno cade. Io sghignazzo, anche perché non mi sente. Mi allontano.
Il caffè è pronto.
Il fumo, come al solito, esce sinuoso.
Ma spinto dal vento freddo, si spinge verso il telefono.
È tempo di decidersi.
Penso di non mettere molto in gioco, ma è tutto quello che ho.
– Pronto, Florian?
– Sì, ma chi cazzo è alle quattro e mezzo del mattino?
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Molto bello questa parte del racconto . Ti vorrei chiedere un consiflio , io creato un personaggio che deve diventare il capo della polizia internazionale del tempo , dello spazio e dei mondi . Mi puoi dare un consiglio su una situazione che devo creare per fare in modo che tale personaggi diventi questa cosa che ti ho detto .
Innanzitutto devi spiegare il perché di questo personaggio, ovvero a cosa serve la polizia internazionale del tempo dello spazio e dei mondi.
Se devi fare fantascienza, crea delle regole, e un paio di queste possono essere “rotte” dai cattivi. Solo un paio, però.
Poi trovagli un compagno, ma soprattutto un nemico.
Poi caratterizza dove lavora e dove vive.
Creagli una situazione in cui si trova ad affrontare un cambiamento (per esempio il cattivo che si svela, un trasferimento)…e divertiti!
Grazie dei consigli
Se vedi nel mio blog , io ho fatto un racconto in due parte , ho scritto la prima si chiama Angela Ferrante parte . Se vuoi valla a vedere . La seconda parte la sto scrivendo ancora